«Resta con noi perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto»
(Lc 24,29)
La Casa di vita comune è un contesto fisico, strutturato nei tempi, negli spazi e nei processi, per favorire la vita di relazione e, con essa, lo sviluppo della personalità umana e spirituale di chi vi partecipa. La proposta residenziale ha conosciuto diversi luoghi: Casa Betania, Casa Bethel e ora Casa Emmaus.
Casa Emmaus

Situata poco lontano dalla città, come nel racconto di Lc 24, Emmaus esprime l’approdo all’esperienza dell’incontro e dello “stare” con Gesù: entrò per rimanere con loro. L’abbazia di S. Cecilia della Croara, dove si colloca la Casa, è un luogo di singolare bellezza e speciale valore storico e artistico (sito UNESCO). Esso esprime una millenaria vocazione spirituale nel cui solco si inserisce l’esperienza di questa Casa per il discernimento. Il primo nucleo benedettino, risalente al IX sec., costruito sui resti di una villa romana, sviluppò la sua opera nella coltura delle viti e degli orti per il fabbisogno dell’intera zona circostante. In questa vocazione originaria a un “nutrimento” essenziale alla sopravvivenza (gli orti), ma anche alla piena realizzazione del cuore umano, di cui è simbolo il prodotto della vite, vocazione continuata nell’opera pastorale dei canonici Lateranensi che vi si insediarono a partire dal XVI sec., si inserisce ora Casa Emmaus.
Proprio a Emmaus, d’altra parte, Gesù si rivelò come colui che, vivente, dona un nutrimento che dà di vedere e riapre il cammino della vita: partirono senza indugio.